Cesare: Tentativi di Induziomaro

Originale

Treveri vero atque Indutiomarus totius hiemis nullum tempus intermiserunt, quin trans Rhenum legatos mitterent, civitates sollicitarent, pecunias pollicerentur, magna parte exercitus nostri interfecta multo minorem superesse dicerent partem. Neque tamen ulli civitati Germanorum persuaderi potuit, ut Rhenum transiret, cum se bis expertos dicerent, Ariovisti bello et Tencterorum transitu, non esse amplius fortunam temptaturos. Hac spe lapsus Indutiomarus nihilo minus copias cogere, exercere, a finitimis equos parare, exules damnatosque tota Gallia magnis praemiis ad se adlicere coepit. Ac tantam sibi iam his rebus in Gallia auctoritatem comparaverat, ut undique ad eum legationes concurrerent, gratiam atque amicitiam publice privatimque peterent.

Traduzione

Ma i Treviri e Induziomaro non smisero un momento di tutto l’inverno di mandare ambasciatori al di là del Reno, incitare le popolazioni, promettere denaro, dire che, essendo stata annientata gran parte del nostro esercito, ne rimaneva una parte assai più piccola. Tuttavia non riuscì a convincere alcuno Stato germanico [genitivo: dei Germani] ad oltrepassare il Reno, poiché quelli dicevano di aver tentato due volte, con la guerra di Ariovisto e con il passaggio dei Tenteri, (e) non avrebbero tentato ulteriormente la fortuna. Deluso in questa speranza, Induziomaro cominciò a radunare delle truppe, ad addestrarle, a procurarsi i cavalli dalle popolazioni vicine, ad attirare verso di sé gli esuli e i condannati in tutta la Gallia con grandi ricompense. E in questo modo aveva acquistato una così grande autorità in Gallia che da ogni parte accorsero a lui ambasciate chiedendogli favore ed amicizia per conto dello Stato e proprio.