Cesare: Sbarco di Cesare sulle coste dell’Epiro

Originale

Caesar, ut Brundisium venit, contionatus apud milites, quoniam prope ad finem laborum ac periculorum esset perventum, aequo animo mancipia atque impedimenta in Italia relinquerent, ipsi expediti naves conscenderent, quo maior numerus militum posset imponi, omniaque ex victoria et ex sua liberalitate sperarent, conclamantibus omnibus, imperaret quod vellet, quodcumque imperavisset se aequo animo esse facturos, II. Non. Ian. navis solvit. Impositae, ut supra demonstratum est, legiones VII. Postridie terram attigit Germiniorum. Saxa inter et alia loca periculosa quietam nactus stationem et portus omnes timens, quod teneri ab adversariis arbitrabantur, ad eum locum, qui appellabatur Palaeste, omnibus navibus ad unam incolumibus, milites exposuit.

Traduzione

Non appena giunse a Brindisi, Cesare pronunciò un discorso davanti ai soldati (dicendo che), poiché si era giunti vicini alla fine delle fatiche e dei pericoli, lasciassero in Italia schiavi e bagagli con animo sereno, si imbarcassero senza bagagli affinché si potesse imbarcare un maggior numero di soldati, e ponessero ogni speranza nella vittoria e nella sua liberalità, chiedendo tutti a gran voce che ordinasse quel che voleva e (dicendo) che avrebbero fatto di buon animo qualunque cosa avesse comandato, la nave salpò due giorni dopo le none di gennaio. Come si è detto sopra, salirono sulla nave sette legioni. Il giorno dopo toccò la terra dei Germini. Trovato un posto tranquillo tra gli scogli e altri luoghi pericolosi, e temendo tutti i porti perché erano ritenuti essere occupati dai nemici, sbarcò i soldati dalle navi, tutte incolumi dalla prima all’ultima, in quel luogo che era chiamato Paleste.