Sallustio, De Catilinae coniuratione: La morte sul campo di Catilina

Originale

Pulchrum est bene facere rei publicae, etiam bene dicere haud absurdum est; vel pace vel bello clarum fieri licet; et qui fecere, et qui facta aliorum scripsere, multi laudantur. Ac mihi quidem, tametsi haudquaquam par gloria sequitur scriptorem et auctorem rerum, tamen inprimis arduum videtur res gestas scribere: primum, quod facta dictis exaequanda sunt; dehinc, quia plerique, quae delicta reprehenderis, malivolentia et invidia dicta putant; ubi de magna virtute atque gloria bonorum memores, quae sibi quisque facilia factu putat, aequo animo accipit, supra ea veluti ficta pro falsis ducit.

Traduzione

Ma, terminato il combattimento, in quel momento avresti potuto verificare quanto coraggio e quanta forza d’animo ci foose stata nell’esercito di Catilina. infatti quasi tuuti, persa la vita, coprivano con il corpo quel luogo che avevano ottenuto combattendo da vivi. Ma pochi centrali, che la coorte pretoriana aveva separato, (erano) un po’ distanziati , mentre gli altri stavano altrove, ma tuttavia tutti erano caduti per le feriti sul petto. Poi Catilina fu trovato dai suoi, lontano, tra i cadaveri dei nemici, mentre respirava ancora un po’ e conservando sul volto la fierezza che avevva avuto da vivo. infine di tutto l’esercito non fu catturato alcun cittadino libero nè in battaglia nè in fuga: così tutti avevano risparmiato allo stesso modo la loro vita e quella dei nemici. E tuttavia l’esercito del popolo romano non aveva conseguito una vittoria favorevole e senza perdite. Infatti i più valorosi o erano morti nel combattimento o ne erano usciti feriti gravemente. Ma molti, che erano usciti dall’accampamento per vedere il uogo e fare bottino, rigirando i cadaveri dei nemici, scoprivano chi un amico, chi un ospite, chi un parente; allo stesso modo ci furono alcuni che scoprirono un nemico personale. Così per tutto l’esercito si erano diffuse in vario modo letizia, tristezza, lutto e gioia.