Nepote: Avvertimenti al lettore

Originale

EPAMINONDAS, Polymnii filius, Thebanus. De hoc priusquam scribimus, haec praecipienda videntur lectoribus, ne alienos mores ad suos referant, neve ea, quae ipsis leviora sunt, pari modo apud ceteros fuisse arbitrentur. Scimus enim musicen nostris moribus abesse a principis persona, saltare vero etiam in vitiis poni: quae omnia apud Graecos et grata et laude digna ducuntur. Cum autem exprimere imaginem consuetudinis atque vitae velimus Epaminondae, nihil videmur debere praetermittere, quod pertineat ad eam declarandam. Quare dicemus primum de genere eius, deinde quibus disciplinis et a quibus sit eruditus, tum de moribus ingeniique facultatibus et si qua alia memoria digna erunt, postremo de rebus gestis, quae a plurimis animi anteponuntur virtutibus.

Traduzione

Epaminonda, figlio di Polirmuide, Tebano. Prima di (iniziare a) scrivere di lui, mi sembra che si debba raccomandare i lettori di non giudicare gli altri costumi paragonandoli ai propri e di non credere che quanto è poco serio per noi sia valutato allo stesso modo dagli latri. Infatti so che secondo i nostri costumi la musica non si addice alla dignità di un primo cittadino e che la danza è addirittura annoverata tra i vizi; tutte cose che presso i Greci sono stimate gradevoli e degne di lode. Volendo quindi dare una fedele rappresentazione della vita pubblica e privata di Epaminonda, mi sembra di non dover tralasciare nulla che valga a metterla in luce. Per questo motivo parlerò in primo luogo della sua famiglia, poi in quali discipline e da chi sia stato istruito, quindi dei costumi, delle capacità intellettive e di qualsiasi altro elemento se sarà degno di memori, infine delle imprese, che da molti sono anteposte al qualità morali.