Livio: Difficile scelta dei Siracusani

Originale

In hac turbatione rerum in contionem vocari placuit. Ubi cum alii alio tenderent nec procul seditione res esset, Apollonides, principum unus, orationem salutarem, ut in tali tempore, habuit: nec spem salutis nec perniciem propiorem umquam civitati ulli fuisse. Si enim uno animo omnes vel ad Romanos vel ad Carthaginienses inclinent, nullius civitatis statum fortunatiorem ac beatiorem fore; si alii alio trahant res, non inter Poenos Romanosque bellum atrocius fore quam inter ipsos Syracusanos, cum inter eosdem muros pars utraque suos exercitus, sua arma, suos habitura sit duces. Itaque, ut idem omnes sentiant, summa vi agendum esse. Utra societas sit utilior, eam longe minorem ac levioris momenti consultationem esse; sed tamen Ieronis potius quam Hieronymi auctoritatem sequendam in sociis legendis, vel quinquaginta annis feliciter expertam amicitiam nunc incognitae, quondam infideli, praeferendam. Esse etiam momenti aliquid ad consilium, quod Carthaginiensibus ita pax negari possit, ut non utique in praesentia bellum cum eis geratur; cum Romanis extemplo aut pacem aut bellum habendum. Quo minus cupiditatis ac studii visa est oratio habere, eo plus auctoritatis habuit.

Traduzione

In questa grande confusione politica, fu decisa la convocazione di un’assemblea popolare. Si manifestarono tendenze opposte e la situazione sembrava dover degenerare da un momento all’altro in sedizione, quando Apollonide, uno dei maggiorenti, iniziò un discorso che fu il più sensato possibile in una situazione del genere. Disse che nessuna città era mai stata tanto vicina alla speranza di salvarsi e alla sua totale distruzione. Se infatti si fosse manifestato un unico orientamento politico in tutti - o a favore dei Romani o a favore dei Cartaginesi - quella sarebbe stata la situazione più felice e fortunata per una città. Ma siccome gli uni volevano andare da una parte, gli altri dall’altra, la guerra che sarebbe scoppiata tra i Siracusani sarebbe stata più crudele di quella che c’era tra Cartaginesi e Romani: all’interno di un’unica cinta muraria entrambi i partiti avrebbero avuto loro eserciti, loro armi, loro comandanti. Quindi bisognava agire con molta fermezza perché Siracusa esprimesse un unico orientamento politico: quale tra le due alleanze fosse più utile, era questione di importanza molto minore e meno significativa. Tuttavia, nello scegliere gli alleati, bisognava seguire più il prestigioso esempio di Ierone che quello di Ieronimo. E certo bisognava privilegiare un’amicizia della quale si era fatta felice esperienza per cinquant’anni a una che in quel momento non si conosceva, ma che nel passato si era rivelata poco affidabile. C’era inoltre da valutare un altro fatto di qualche importanza: si poteva negare la pace ai Cartaginesi senza che ciò comportasse di necessità, almeno per il momento, stato di guerra con loro. Con i Romani ci sarebbe stata, fin dal primo istante, o guerra o pace. Quanto minore sembrò lo spirito di parte di quel discorso, tanto maggior ascendente esso ebbe