Cicerone: Cicerone invita i congiurati a lasciare la città

Originale

Si ex tanto latrocinio iste unus tolletur, videbimur fortasse ad breve quoddam tempus cura et metu esse relevati, periculum autem residebit et erit inclusum penitus in venis atque in visceribus rei publicae. Ut saepe homines aegri morbo gravi, cum aestu febrique iactantur, si aquam gelidam biberunt, primo relevari videntur, deinde multo gravius vehementiusque adflictantur, sic hic morbus, qui est in re publica, relevatus istius poena, vehementius reliquis vivis ingravescet. Qua re secedant inprobi, secernant se a bonis, unum in locum congregentur, muro denique, quod saepe iam dixi, secernantur a nobis; desinant insidiari domi suae consuli, circumstare tribunal praetoris urbani, obsidere cum gladiis curiam, malleolos et faces ad inflammandam urbem comparare; sit denique inscriptum in fronte uniuscuiusque quid de re publica sentiat.

Traduzione

Se di tanti briganti questo solo fosse eliminato, forse per un certo breve tempo sembreremo esserci liberati da una preoccupazione e da un timore, ma il pericolo rimarrà e sarà rinchiuso profondamente nelle vene e nelle viscere dello Stato. Come spesso gli ammalati gravi [letterale: gli uomini malati di grave malattia], quando sono in preda a un eccesso di febbre, se hanno bevuto acqua fresca, dapprima sembrano essere alleviati, poi sono travagliati molto più gravemente e violentemente, così questa malattia, che è nello Stato, alleviata con la sofferenza di questo, si aggrava moltissimo per i restanti vivi. Per questo motivo si allontanino i malvagi, si separino dagli onesti, si radunino in un solo luogo, infine, ho già spesso detto ciò,siano separati da noi con un muro; smettano di attentare alla vita del console a casa sua, di circondare il tribunale del pretore di Roma, di assediare il senato con le spade, di preparare i proiettili incendiari e le fiaccole per incendiare la città: infine sia scritto sulla fronte di ognuno cosa pensa dello Stato.