Analisi de LA CHIAVE A STELLA di Primo Levi

TITOLO

Il titolo dell’opera si riferisce al protagonista del romanzo che è un montatore di gru, strutture metalliche e nel suo lavoro la chiave a stella è un utensile indispensabile per verificare il serraggio dei bulloni, è un passaporto che va bene per tutti i bulloni, morbidi, duri, ostinati. «La chiave a stella è per noi come la spada per i cavalieri di una volta», dice Faussone.

DATA DI PUBBLICAZIONE

Il libro è apparso nel 1978 presso l’editore Einaudi di Torino.

GENERE LETTERARIO

Romanzo realistico.

AMBIENTE

Questo romanzo è ambientato nel periodo contemporaneo a quello in cui Levi l’ha scritto. L’arco di tempo nel quale si svolge la storia non è molto chiaro, ma è di qualche giorno. Il luogo in cui si svolge è un paese della Russia.

TRAMA

Il libro è articolato in più storie racconatte da Faussone, ma il filone principale racconta di due Italiani all’estero, uno montatore di gru, ponti e altro, e l’altro chimico con la passione di scrivere, che s’incontrano e fanno amicizia. Faussone, il montatore, racconta all’altro, che si identifica con lo stesso scrittore del libro, alcuni episodi della sua vita perchè quest’ultimo scriva un libro.

RAPPORTO FABULA-INTRECCIO, NARRATORE

La fabula coincide con l’intreccio.

Il narratore è interno alla vicenda.

PERSONAGGI

Faussone

Detto Tino, è il protagonista. È un operaio specializzato che si lascia alle spalle la dura esperienza della catena di montaggio alla Lancia e gira per il mondo a montare gru, ponti sospesi, strutture metalliche, impianti petroliferi. È un uomo abbastanza riservato e single.

Primo Levi

L’altro personaggio principale è lo stesso Primo Levi. È un chimico con l’hobby di scrivere, di cui farà la sua unica professione, abbandonando il lavoro di chimico. ascolta con attenzione ogni storia che racconta Faussone, talvolta interrompendolo per ulteriori spiegazioni.

Le zie di Faussone

Si incontrano una volta sola nel libro, quando Levi torna in Italia. Una si chiama Teresa, bruna, di sessantatrè anni, vedova; l’altra si chiama Mantina (da Clementina), bianca di capelli, di sessantasei anni, zitella. La prima è molto loquace e simpatica, l’altra è l’esatto contario, ma entrambe sono molto preoccupate per Faussone, specialmente di trovargli una fidanzata, e di questo Faussone è molto seccato.

MESSAGGIO

Il messaggio che vuol dare l’autore è che amare il proprio lavoro costituisce la miglior approssimazione concreta alla felicità terrena.

FORMA

Il linguaggio non è molto comprensibile nei punti in cui si parla del lavoro di Faussone o di Levi. I periodi sono lunghi.

FRASE SIGNIFICATIVA

Pag. 180: «Ma lei è più anziano di me, e forse nella vita ne ha già viste abbastanza».