Analisi de IL GIORNO DELLA CIVETTA di Leonardo Sciascia

DATA DI PUBBLICAZIONE

Il libro è stato pubblicato nel 1961.

GENERE LETTERARIO

Romanzo giallo.

AMBIENTE

L’autore non ci indica il periodo in cui si svolge la storia, tuttavia si presume che sia intorno al 1960 poichè viene messa in rilievo l’epoca della mafia. Ci dice invece che incomincia il 16 gennaio alle 6,30 e finisce nel 1972, quindi dura circa diciassette anni. Le tre principali città in cui è ambientato il racconto sono Roma, Palermo e Parma. Vengono anche nominati tre paesi siciliani, ma solo le loro iniziali: B., C., S.. Altri luoghi nominati dall’autore sono piazza Garibaldi, Montecitorio, il commissariato di polizia, i luoghi degli interrogatori, la fermata del pullman.

TRAMA

Un uomo, Salvatore Colasberna, viene ucciso su un autobus. La polizia interroga i testimoni ma nessuno sa niente. Alla centrale della polizia arrivano molte lettere anonime e il capitano Bellodi, durante l’interrogatorio del confidente, Calogero Dibella soprannominato Parrinieddu, riesce a scoprire i nomi di due mafiosi: Pizzuco e don Arena. Un possibile testimone dell’omicidio, Paolo Nicolosi, scompare. La moglie sostiene che lui aveva parlato di due spari e che aveva detto un soprannome: Zicchinetti. La polizia scopre che egli è Marchica, un ex-carcerato con numerosi precedenti penali. Per aver parlato, il confidente viene ucciso. Pizzuco, Marchica e don Arena vengono arrestati e interrogati. Presto però la polizia dovrà rilasciare Marchica perchè ha un alibi, tra l’altro falso. La polizia rilascia anche gli altri due sospetti poichè anch’essi hanno degli alibi, così Bellodi decide di abbandonare il caso. Tornato a Parma, quest’ultimo si rende conto di amare la Sicilia nonostante tutto, e di volervi ritornare.

STRUTTURA DELLOPERA, RAPPORTO FABULA-INTRECCIO, NARRATORE

Esposizione

Avviene l’omicidio.

Esordio

Arriva alla Stazione di poliuzia il capitano Bellodi per risolvere il caso.

Peripezie

Si susseguono le interrogazioni dei vari testimoni e procedono (molto a rilento) le indagini di Bellodi.

Scioglimento

Grazie a potenti amici in Parlamento, Don Marioni e gli altri due arrestati vengono rilasciati e Bellodi abbandona il caso.

La fabula coincide con l’intreccio, infatti i fatti vengono narrati in modo cronologico, tuttavia in alcune parti ci sono dei flash-back.

Il narratore è esterno alla vicenda ed è onnisciente.

PERSONAGGI

Il capitano Bellodi

È è il protagonista del romanzo. Comandante della Compagnia Carabinieri di S., è un giovane alto, dal colorito chiaro, un “continentale” di Parma. Ex-partigiano e repubblicano convinto, serve a far rispettare la legge. È un uomo che non si compiace del suo potere, ma di esso sente il peso della responsabilità. Per questo è stimato sia dai colleghi sia dagli avversari. Anche dopo la sconfitta continua ad amare quella terra che l’ha vinto.

Don Mariano Arena

È un uomo anziano, poco istruito e dotato di una forte personalità. È a capo di una delle due cosche mafiose presenti a S.. Ha un forte senso del potere che gestisce con arroganza e prepotenza. Usa le persone che gli astanno attorno senza alcun scrupolo morale: per lui la vita umana non ha nessun valore ed ovviamente ancor meno lo hanno i sentimenti. Per questo è temuto: sulla paura fonda il proprio potere riuscendo a manovrare ogni attività locale e muovendo le persone come burattini. Gode di alte protezioni sia in ambiente politico che nella magistratura e di queste protezioni di avvale per uscire vittorioso dallo “scontro” con il capitano Bellodi.

La vedova Nicolosi

È una bella donna dai capelli castani e occhi nerissimi. Fa il nome di Zacchinedda al capitano Bellodi e paga caro questo suo coraggio.

Diego Marchica o Zecchinedda

È un pregiudicato, bracciante disoccupato. Gli piace giocare a carte e quando perde paga con somme di denaro di dubbia provenienza. Gode di alte protezioni.

MESSAGGIO

Con questo libro lo scrittore vuole trasmettere al lettore impegno civile e alta moralità

FORMA

Il linguaggio facile.

I periodi sono molto lunghi.

FRASE SIGNIFICATIVA

«O meglio: era bastato solo un alibi, quello di Diego Marchica, a sfasciarlo».