Sallustio, De Catilinae coniuratione: Uomo d’azione o storico?

Originale

Pulchrum est bene facere rei publicae, etiam bene dicere haud absurdum est; vel pace vel bello clarum fieri licet; et qui fecere, et qui facta aliorum scripsere, multi laudantur. Ac mihi quidem, tametsi haudquaquam par gloria sequitur scriptorem et auctorem rerum, tamen inprimis arduum videtur res gestas scribere: primum, quod facta dictis exaequanda sunt; dehinc, quia plerique, quae delicta reprehenderis, malivolentia et invidia dicta putant; ubi de magna virtute atque gloria bonorum memores, quae sibi quisque facilia factu putat, aequo animo accipit, supra ea veluti ficta pro falsis ducit.

Traduzione

E’ cosa lodevole operare a vantaggio dello Stato, inoltre non è cosa sconveniente parlare con eloquenza; è lecito divenire famosi sia in pace sia in guerra; sia coloro che operarono, sia coloro che scrissero sull’operato degli altri, in molti sono lodati. E certamente, sebbene un’eguale gloria non accompagni affatto lo scrittore e l’autore delle imprese, tuttavia mi sembra che sia principalmente difficile narrare le gesta: in primo luogo, perchè bisogna essere con le parole all’altezza dei fatti [i fatti devono essere uguagliati dalle parole]; poi perchè molti credono che siano dette con malevolenza e invidia i delitti che sei criticato (?); quando fanno ricordare il grande valore e la gloria degli onesti, ognuno accoglie con animo sereno le cose chereputa agevoli a farsi, (mentre) considera falsità come cose immaginate le cose al di sopra.