Confronto tra “LA SIGNORA FROLA E IL SIGNOR PONZA, SUO GENERO” e “COSÌ È (SE VI PARE)” di Luigi Pirandello

La trama è la seguente:

In una cittadina di provincia si consuma il dramma di due personaggi che si accusano reciprocamente di pazzia: il signor Ponza considera sua seconda moglie una donna che la signora Frola afferma essere sua figlia e prima moglie dell’uomo. L’inchiesta è promossa dalle autorità locali con maligna curiosità, finché il dramma sembra potersi sciogliere con l’apparizione di una donna velata che dichiara però di essere sia figlia della signora Frola, sia la seconda moglie del signor Ponza, e di non possedere nessuna identità autonoma.

Nelle due opere, Pirandello vuole evidenziare come sia assurda l’idea della realtà oggettiva, univoca e indiscutibile. Vuole dimostrare quanto il mondo sia relativo e come ognuno di noi possa intendere una cosa in modo differente da un altro: esistono tante verità soggettive quanti sono gli uomini.

Nella novella il periodo in cui è ambientata non è specificato, mentre lo è il luogo: si tratta di Valdana, una città di campagna. Nel testo teatrale la storia è ambientata in un tempo contemporaneo alla data in cui venne scritta, cioè verso gli inizi del Novecento, e dura due giorni. Il paese dove si svolgono i pettegolezzi è un capoluogo di provincia, ma non ci sono ulteriori indicazioni, a parte il luogo dove si svolgono principalmente i dialoghi, cioè il salotto e lo studio di casa Agazzi.

Così come il testo teatrale, anche nella novella i protagonisti sono la signora Frola e il signor Ponza, suo genero, come è facile intuire dall’omonimo titolo della stessa.

Tutta la storia è incentrata sul tentativo da parte di tutti gli abitanti della città di scoprire chi dei due protagonisti dice il vero e chi il falso: ossia chi è il pazzo fra i due.

L’autore è presente nella storia sotto le spoglie di Lamberto Laudisi, il fratello della signora Agazzi. Egli alla fine di ogni atto interviene con una battuta e scoppia a ridere:

  • I atto: «Vi guardate tutti negli occhi? Eh! La verità?»
  • II atto: «Ed ecco, signori, scoperta la verità!»
  • III atto: «Ed ecco, o signori, come parla la verità. Siete contenti?»

Questo strano personaggio deride la fiducia dei benpensanti circa la possibilità di raggiungere la verità, il che rivoluziona tutto il mondo rivelando il caos. La comicità che ne deriva non vuol far ridere, ma è finalizzata alla riflessione sull’impossibilità della conoscenza.

Le due opere concludono in modo simile: entrambe finiscono con un nulla di fatto, perché non si riesce a scoprire la verità, ma, mentre nel testo teatrale la signora Ponza viene interpellata per far luce sul mistero, nella novella ciò non succede.

Nel testo teatrale la signora Ponza viene chiamata da suo marito Giulia, mentre la signora Frola la chiama Lina; nella novella viene chiamata dalla signora Frola Tildina.

I personaggi sono presenti in maggior numero nell’opera teatrale, poiché ci deve essere un minimo di azione, anche se è veramente poca.

Le descrizioni dei personaggi e dell’ambiente sono più particolareggiate nel testo teatrale, dove quasi ogni personaggio che appare in scena viene analizzato, sia sotto il profilo psicologico sia sotto quello fisico. Manca però la descrizione della città in cui si svolgono i fatti.