Plotino

Il Neoplatonismo è l’ultimo capitolo della filosofia greca (III - VI sec. d.C.). C’è una rinascita del pensiero platonico inteso soprattutto come il pensiero della trascendenza, un pensiero metafisico. Subito prima c’erano stati lo stoicismo e l’epicureismo che avevano introdotto il MATERIALISMO. Epicuro pensa agli atomi = essere, nulla = non essere. Secondo il Panteismo Dio è immanente. I neoplatonici sono stanchi dell’immanenza.

Fondatore del neoplatonismo è Ammonio Sacca, che fu il maestro di Plotino. Mentre Ammonio non scrisse nulla, Plotino ci consegna la sua filosofia in 54 trattati, le ENNEADI (=fatto di nove), composte da 6 libri di 9 trattati ciascuno. È stato Porfirio, scolaro di Plotino, a ordinarli seguendo un criterio tematico, non cronologico.

L’Uno

Secondo Plotino qualsiasi realtà esiste perchè ha in sè un’unità, un principio che la tiene unita. Ad esempio se strappiamo le pagine di un libro, esso non è più: esistono solo dei pezzi di carta, incomprensibili presi da soli. Più un ente è unito in sè, più questo ente è.

Il concetto di unità si applica anche al piano metafisico. Deve esistere un principio primo che sia l’unità assoluta. Plotino lo chiama L’UNO. L’Uno è origine metafisica di tutto ciò che è, in senso ideale; esso è assolutamente trascendente, è la figura più spiritualizzata di Dio. Le altre tre figure sono: il motore immobile (per Aristotele), il Demiurgo (per Platone), Dio creatore (per i Cristiani). L’Uno non è il Dio creatore perchè non crea; non è il Demiurgo perchè avrebbe bisogno della materia e delle idee; non è il motore immobile perchè questo si disinteressa del mondo (pensiero di pensiero).

L’Uno non può essere definito con concetti perchè è al di là del mondo fisico, al di là di qualsiasi pensiero, di qualsiasi concetto: esso trascende il piano gnoseologico. Non può essere DE-finito perchè è IN-finito: definirlo significherebbe limitarlo, ridurlo, ma esso non ha limiti.

È infinito non in senso spaziale ma come un punto geometrico da cui si dipartono tutte le cose che esistono: è un infinito di potenza, di energia.

Quindi possiamo solo dire ciò che non è (TEOLOGIA NEGATIVA o APOFATICA): Dio non è pensiero, non è il bene, non è libertà perchè è al di là di tutto ciò.

Tuttavia, Plotino quando parla dell’Uno usa delle immagini: dice che è una fonte luminosa, una sorgente d’acqua inesauribile, una resina odorosa che spande eternamente profumo.

L’EMANAZIONE (o IRRADIAZIONE) è una progressiva perdita di unità e di luce. Essa è un atto necessario, eterno e involontario, da cui si diparte la molteplicità.

Il processo discensivo (dall’Uno ai molti) è chiamato proodos (=via verso il basso). È un processo di contemplazione creatrice in cui l’Uno pro-duce (duce pro = porta avanti) per contemplazione l’Intelletto, che è il piano della molteplicità ideale, il mondo delle idee platoniche, nochè la PRIMA IPOSTASI (=qualcosa che è stato posto, e, una volta che è stato posto per contemplazione, esiste, è). L’anima è la seconda ipostasi, è il piano della molteplicità fisica, è paragonata al Demiurgo perchè è la mediatrice tra pensiero e materia. Il prodotto più sublime dell’anima è l’uomo.

Infine c’è la materia, che è il male in quanto assoluta perdita di unità.

L’uomo sta tra l’anima e la materia, in una posizione intermedia: egli può scegliere se innalzarsi verso l’anima o degradarsi verso la materia.

Il percorso speculare rispetto al proodos si chiama EPISTROPHÈ (=ritorno), che è un percorso interiore in cui l’uomo recupera l’unità attraverso la matematica, l’arte, la musica, l’amore e la filosofia: tutte quelle materie che ci aiutano ad abbondonare l’immanenza. Questo percorso, però, si ferma all’Intelletto. L’ultimo passo, il più difficile, è l’identificazione con l’Uno, che viene chiamato EKSTASIS (=uscire da sè stesso). Nel Medioevo verrà chiamato “atto mistico”.